Mons. Tommaso Annibaldi entrò nell'Ufficio del Santo Padre passando da un porta segreta nota solo a lui ed al Pontefice. Papa Chioccilo era inginocchiato di fronte al famosissimo crocifisso di San Gimignano (lo ricevette in dono per la sua incoronazione dall'allora Vescovo di Siena). Sentendo arrivare il suo segretario personale si fece il segno di croce e cercò di alzarsi. Non permettendoglielo la vecchiaia invocò il nome del nipote: "Tommaso, di grazia, figliuolo, aiutatemi a sollevarmi!". Detto fatto il monsignore sollevò il Santo Padre e lo fece accomodare sul modesto trono dell'ufficio. Dunque sedette anch'egli e porse al Romano Pontefice una pergamena dicendo: "Santo Padre le offro un rapporto dettagliato di analisi sulla vicenda dell'avanzata mongola ora fermata". Il Papa lesse con attenzione per una decina di minuti, disse poi: "Dunque come sospettavo è stato un adepto dell'eretico Dolcino a recarsi dal Gran Khan per rivelargli quale sarebbe stato il momento migliore per partire dalla steppa..." chiese dunque a don Tommaso di aprire l'armadio delle pergamene e di consegnarli il famoso documento del IV concilio Lateranense che riportava le precise istruzioni da seguire contro le eresie. Il documento portava in calce la firma Innocentius PP III e la data 28 Aprile 1214. Dunque il Papa seguitò: "Con questo documento il mio venerato predecessore istituì la Santa Inquisizione. Greogorio IX al principio degli anni '40 riprese la persecuzione dei catari proprio col Santo Uffizio. Mi ero ripromesso di cercare soluzioni meno drastiche per riportare all'obbedienza i Catari, i Valdesi e i Dolciniani... ma vedo con estrama tristezza che ciò non serve. Perciò domani partirai per Costantinopoli e giunto lì ti recarai dal Cardinal Fidelis che ben conosci. Comunicagli che gli affido oltre al Patriarcato di Costantinopoli e al titolo di Camerlengo, l'incarico di rinnovare, in qualità di Superiore Generale, la Santa Inquisizione. Dovrà nominare un Grande inquisitore per ogni stato meno che per lo Stato della Chiesa dove l'ho trovato già!" Turbato il monsignore rispose "Santo Padre non sarò certo io a disubbedirvi, ma chi sarebbe l'incaricato per lo Stato della Chiesa se io sono il primo a cui rivelate la vostra volontà?" Il Santo Padre lo guardò dritto negli occhi, sorrise e poi disse:"Ma ovviamente Voi, mio caro Vescovo!"
Ancora più turbato il sacerdote rispose: "Padre, ma io sono solo un Sacerdote, non sono un Vescovo..." e Papa Chioccilo:"Non lo sei, è vero... non lo sei ancora! Ho or ora deciso infatti che domattina, prima di partire, ti ordinerò Vescovo di Urbisaglia nella mia cappella personale".
Monsignor Tommaso allora si inginocchio ai piedi dello zio e gli baciò l'anello sussurrando in lacrime: "Sia fatta la Volontà del Signore, Santo Padre!!".