Ben cinquanta cavalieri mongoli, in una fredda serata di fine gennaio, giungono alle porte della cittadina invernale di Vienna condotti da un uomo cavalcante un enorme purosangue. Costui porterebbe un messaggio del Gran Khan, suo sovrano.
Nemmeno si fa aprire, l'asiatico, iniziando a urlare le seguenti parole, di fronte alle mura cittadine:
Io, Ashalìm Khan, terzo genito del Gran Khan, sono qui, adesso, per portare voi il messaggio del grande sovrano mongolo! Voi popoli europei dovete inginocchiarvi al valoroso Kublai Khan o farete la fine del debole popolo ungherese! Vi abbiamo mostrato la nostra forza, nulla potete contro i nostri possenti cavalli. Farete la fine dei vostri fratelli se non accetterete di sottomettervi alla forza mongola! Incutiamo paura anche ai leoni: non l'avrete mai vinta! Arrendetevi, ora, e non vi sarà fatto alcun male!
Qualche uomo di pattuglia imperiale sentirà la voce del mongolo, e frettoloso si lancerà a informar un suo superiore.. impaziente, intanto, Ashalìm attenderà risposta, spalleggiato dai suoi uomini.