La pergamena che giunge in risposta, arriva mentre lui attraversa il breve tratto di mare che dalla Sicilia lo porta alla sua provincia di Bengasi; in piedi sulla prua della nave detta la risposta ad un suo uomo di fiducia.
Abù Idris,
leggo a malincuore le vostre parole che saranno causa di tanto dolore per la vostra gente e per voi in prima persona.
Vi ringrazio per il rispetto che dimostrate nei Miei confronti ma non sarà la memoria di mio nonno o il fatto che in passato egli abbia dimostrato benevolenza nei vostri confronti, a salvare voi e il vostro califfato; io, Salah al-Din al-Ayyubi II, difensore della vera Religione e Re d'Africa, vi assicuro che questo è l'ultimo giorno di pace e felicità che voi passerete.
Il mio illustre albero genealogico mi impone di compiere gesta che vanno al di là della vostra comprensione, mi impone di dichiarare ora e qui che fra i nostri Regni sarà guerra e che non sarò io a cadere sconfitto.
Preparatevi poichè le mie truppe già battono i piedi e razziano le vostre terre marciando sulle vostre insulse città che, presto, risorgeranno sotto la mia saggia guida.
Che Allah doni più intelligenza di quanta voi non ne avete, ai vostri uomini, e li renda più svelti nell'arrendersi alla mia potenza.
La vostra fine è vicina, pregate affinchè quel giorno io abbia clemenza ma preparatevi ad inginocchiarvi all'Imperatore d'Africa.
Salah al-Din al- Ayyubi II,
difensore della Vera Religione,
Imperatore d'Africa.
A queste parole seguiranno tre dispacci:
- uno diretto alle truppe stanziate presso Bengasi ordinando loro di iniziare a marciare su Tunisi.
- uno diretto alle truppe di stanza a Damasco con l'ordine a 50 fanti di muovere verso Bengasi mentre ad altri 50 di unirsi a loro volta all'esercito principale in marcia che sarà ovviamente più lento ed infine gli ultimi 50 resteranno a Damasco.
- uno diretto alla flotta tutta che avrà l'ordine di riunirsi nel mare antistante la provincia di Tunisi e di pattugliare giorno e notte lo stretto fra la Sicilia e la suddetta provincia attaccando ogni nave del Regno di Almoade; verrà inoltre ricordato a tutti che sono attese le navi Sicule, alleate.
Verrà poi resa nota una pergamena diretta a tutto il popolo del Sultanato d'Egitto:
<Oggi ha inizio la nostra guerra contro l'infame Califfato di Almoade che insulta con i suoi usi e le sue nefandezze la nostra amata Religione. E' ora che quanto un tempo ci fu tolto, torni ad essere nostro. E' ora che il mondo conosca quale fu il vero ed unico Popolo che Allah dichiarò essere "ELETTO".
Oggi io, Salah al-Din al- Ayyubi II, nipote del Grande Saladino, riprendo il cammino da lui prematuramente interrotto per rendere ancora grande il nostro Regno e per donare prosperità al mio amato Popolo.
Che Allah ci guidi alla vittoria, che accechi la vista dei nostri nemici, che faccia crollare le loro mura e che ci doni una vittoria giusta per una causa ancor più giusta.
Unitevi, o popolo del Sultanato d'Egitto, alla guerra e fate la vostra parte. Unitevi a questa guerra Santa, armatevi e offritevi volontari, la vostra forza è la Mia!
Salah al-Din al- Ayyubi II,
Sultano d'Egitto.>
Infine una pergamena è inviata al Regno di Sicilia:
<L'ora è giunta, la guerra è imminente, conducete le vostre truppe presso Tunisi... Il Califfato di Almoade deve soccombere. Le mie navi stanno già pattugliando lo stretto fra la Sicilia e Tunisi, unite le vostre navi alle mie e prestate anche attenzione allo stretto di Messina. E' la loro unica alternativa per colpirci. La prima città a cadere deve essere Tunisi, seguirà poi Algeri e quindi Marakesh ma sarò io, Saladino II, a dover oltrepassare le mura per primo. Ora è necessario riunire le nostre truppe formando un unico grande esercito e prepararci alla prima battaglia campale, poi agiremo di conseguenza. Vi attendo nella mia tenda, se vorrete prender parte alla guerra in prima persona. Che Allah vi protegga. Saladino II.>